domenica 22 novembre 2009

L' UOMO NERO -1 di 2-

Se, per autonomasia, l'uomo nero della
cinematografia moderna è, e sarà sempre, il Michael Myers creato da John Carpenter in HALLOWEEN (1978), il più terrificante resta a mio avviso il suo precursore, ovvero il maniaco omicida di BLACK CHRISTMAS, pellicola del 1974 per la regia dell'eclettico Bob Clark. Uomo nero di cui nel film vediamo soltanto uno spiritato occhio malefico, e le cui nefandezze non vengono mai raffigurate graficamente ne tantomeno motivate. Aspetti che rendono il film ancora oggi realmente angosciante e spaventoso. Da non confondere o "misurare" col recente , insulso, remake.
La saga di FREDDY KRUEGER (ben 8 film!) è stata, invece, il traghetto di Caronte che ci portato dagli anni 80 al nuovo millennio. I capitoli 1-3-5-7, serviranno ai posteri per studiare e capire quanto il "mito" creato da Wes Craven abbia di fatto psicanalizzato un ventennio di storia americana, molto più di tutti i Kubrick e Scorsese impilati uno sull'altro.
IT, filmaccio televisivo realizzato da Tommy Lee Wallace (un ex aiuto di John Carpenter) sulla scorta dell' omonimo romanzo fiume di Stephen King, è la summa di quanto si possano banalizzare inquietanti figure archetipe. Al contrario, il romanzo di King è un capolavoro ancora oggi, forse, insuperato.











giovedì 19 novembre 2009

PAURA DEL BUIO?

Il buio è la prima delle nostre paure, e spesso ce la portiamo dietro anche in età avanzata.
Il buio è la paura dell'ignoto, della maturità, dell'uomo nero... tre volti della stessa incertezza del vivere.
Il cinema di questo inizio di millennio ci ha sguazzato, proponendo insieme a tremenda spazzatura commerciale, come i tre ignobili BOOGEYMAN prodotti dal regista horror per caso Sam Raimi, anche alcune pellicole interessanti.

AL CALARE DELLE TENEBRE, non completamente riuscita favola nera, che più di ogni altro film sul genere rievoca figure dell'immaginario infantile, in questo caso la fata dei denti (fata dentina) è una versione femminile, spettrale e stregonesca, dell'uomo nero. Film zeppo di simbologie, archetipi, e chi più ne ha più ne metta (il finale si svolge tutto all'interno di un faro). Non del tutto riuscito, come già detto, ma neanche disprezzabile. Il regista Jonathan Liebesman, firmerà qualche anno dopo l'insospettabilmente bel prequel del remake di NON APRITE QUELLA PORTA.

THEY INCUBI DAL MONDO DELLE OMBRE, prodotto da Wes Craven e diretto dal leggendario regista del cult THE HITCHER, Robert Harmon, il film, pur difettato da uno script con troppe reiterate assonanze con la saga di Freddy Krueger dal terzo capitolo in poi, risulta piuttosto originale, cupo, teso ed angosciante dall'incipit alla chiusa iper-pessimista, colpo durissimo e inaspettato alla psicanalisi tanto in voga e, soprattutto negli staes, panacea per ogni problema (tesi ribaltata completamente dal finale alternativo inserito nei contenuti speciali del dvd).
Forse il film tra i più crudeli e senza speranza di questo lotto, fiaccato soltanto da un' eccessiva eleganza formale che finisce per sminuirne l'aggressività, rendendolo a tratti quasi rassicurante.

FEAR OF THE DARK, riuscita fable noir, diretta con scioltezza dal nuovo maestro dell'horror K.C Bascombe. Messa in scena, limpida e lineare, di fobie ancestrali e moderne, tra cui quella dell'omosessualità ( scoria non ancora del tutto eliminata dall'immaginario etero).
Il film non concede nulla allo splatter o al facile spavento, ma si concentra sul rapporto tra i tre protagonisti (due fratelli e la fidanzata del maggiore) alle prese con crescita, sessualità, paure recondite inespresse, crisi identitarie... Angoscie che per il più giovane assumono terrificanti quanto giustamente ingenue forme simboliche (il capo delle creature malefiche è una specie di Freddy Krueger esibizionista, vestito da cow boy in pelle nere e dal muscoloso torace snudato), e molto più prosaiche per la coppia di fidanzatini ad un passo dal primo rapporto sessuale. Interessante il finale, da non leggersi come finalino scontato, bensì come "trasmissione" della paura. Da vedere.

DARKNESS, di Jaume Balaguero, è il vero capolavoro del mazzo.
Genuinamente terrorizzante, lontanissimo dagli abusati stilemi del genere post anni '80 (qui il tema delle case infestate è più debitore ai '70, da SHINING ad AMYTIVILLE HORROR, che agli '80 de LA CASA(Evil Dead) in poi). Ammantato di buio antico, primordiale, esoterico... Il male autentico che non si mostra mai per ciò che è realmente, ma ingloba e distorce affetti con voracità insaziabile. Con THE DESCENT di Neal Marshall, uno dei pochi veri horror tout court da molto tempo a questa parte, senza concessione a nessun'altro genere, senza contaminazioni velleitarie... un diamante grezzo e puro che rimarrà negli annali dell'horror.
Il regista Jaume Balaguero, dopo un debole film di transizione come FRAGILE, tornerà in coppia con Paco Plaza ai vertici della paura, realizzando lo zombie movie definitivo REC (vera e propria riscrittura non autorizzata e non ufficializzata di DEMONI 2 di Lamberto Bava).



















mercoledì 18 novembre 2009

NIGHTMARE ON ELM STREET: RITORNO A SPRINGWOOD

Sono un grandissimo fan della serie NIGHTMARE ON ELM STREET, benchè abbia detestato a morte i capitoli 4 e 6 e l'ignobile serie televisa.
Le versioni a fumetti hanno avuto alti e bassi: la Marvel, con una miniserie in bianco e nero realizzata alla fine degli anni 80 da mostri sacri del comics americano; come: Steve Gerber, Rick Buckler, Tony De Zuniga e Alfredo Alcala; non riuscì a dire nulla di nuovo o di interessante. La Innovation, invece, affidando nei primi '90 la creatura di Wes Craven ad autori pressochè sconosciuti, guidati da uno sceneggiatore proveniente dal giornalisimo cinematografico e dalla letteratura horror, Andy Mangels, fece centro con il ciclo RETURN TO SPRINGWOOD, pubblicata sui numeri 3,4,5,6 della serie regolare NIGHTMARES ON ELM STREET (in Italia da Play Press sui numeri 2 e 3 dell'omonima collana).
Le pessime chine di Raymond Kryssing e l'altrettanto pessima colorazione di Thomas F.O'Connor, contribuirono non poco a rendere i professionali ma ordinari disegni dell'onesto Patrick Rolo involontariamente psichedelici e cupi, come un acid bad trip. Lo sceneggiatore, riprese la storia dal 6° capitolo in modo coerente, avvincente e incredibilmente cattivo e splatter, riportando ai massimi livelli le tematiche originali dei capitoli cinematografici 1 e 3.
RETURN TO SPRINGWOOD sarebbe un'ottima base per un nuovo film di FREDDY KRUEGER... ma ci dovremo accontentare dell'inutile e non richiesto remake.







LA CASA DI MARY (1981)


L'ha fatta fare sotto dalla paura ad una intera generazione di spettatori, compresa la mia.
Visto oggi fa un po' tenerezza, soprattutto per certe lungaggini e per la rozzezza degli effetti speciali.
Si direbbe quasi un film di Carmineo o di Martino, invece è di un americano di nome James Robertson che cerca d'imitare come può gli allora di moda Argento e Fulci.
C'è da aggiungere, ad onor del vero, che finì davvero per influenzare, e pesantemente, un film italiano: STREGHE di Alessandro Capone, del 1989, che di SUPERSTITION (titolo originale di LA CASA DI MARY) ne è quasi il remake.

martedì 17 novembre 2009

HIDE LOVE IS HELL


Quando vidi per la prima volta DOG SOLDIER di Neal Marshall, pensai: carino, bravino il regista.
Mai e poi mai avrei immaginato che poco dopo avrebbe sfornato quel gran capolavoro di THE DESCENT (il miglior horror dall'inizio del nuovo millennio ad oggi)!
Più o meno la stessa cosa mi è capitata con K.C Bascombe, il regista dell'interessante FEAR OF THE DARK (per saperne di più consultate: http://www.untrapanonelcervello.blogspot.com/) .
Bascombe, in realtà, subito dopo sparò fuori due actioner assai normativi: SWINDLE (in italiano: LA TRUFFA PERFETTA) e THE CONTRACT, per cui quasi mi dimenticai della sua meteorica permanenza nel mio genere preferito... fino a ieri. Ieri sera, infatti, mi sono visto il suo ultimo film: HIDE LOVE IS HELL, una bomba! Non si tratta propriamente di un horror, ma di un road movie necromantico e violentissimo. Più che il Tarantino evocato sulla locandina, mi ha rammentato il David Lynch fiammeggiante di CUORE SELVAGGIO e il Rob Zombie in salsa Peckinpah di DEVIL'S REJECT (LA CASA DEL DIAVOLO).
K.C Bascombe (SEGNATEVI QUESTO NOME!) è un regista coi controcoglioni, massimo rispetto. Ora però voglio un vero horror fatto così! Potrebbe essere il secondo miglior horror dall'inizio del millennio ad oggi!

lunedì 16 novembre 2009

WRONG TURN 3


Se il primo era una brutta e normativa copia, in versione boschiva, del classico di Wes Craven: LE COLLINE HANNO GLI OCCHI, il terzo è un centone di tutti i VENERDI' 13 e delle legioni di suoi cloni.
Sciattissima regia, le solite sgalletate in canotta e un po' di accademia splatter da supermercato per arrivare al metraggio minimo indispensabile per essere chiamato film.
Impresentabile!
Se al peggio non c'è mai fine, speriamo che almeno questo sia l'ultimo della serie.

domenica 15 novembre 2009

JEEPERS CREEPERS definitive box


Imperdibile box a 4 dischi, contenente i due film e una marea di contenuti extra! JEEPERS CREEPERS, prodotto da Francis Ford Coppola e scritto e diretto da Victor Salva, è il boogey man definitivo!
Lasciate dunque perdere la pappetta riscaldata prodotta dalla Ghost House di Sam Raimi... ne guadagnerete in salute mentale!

sabato 14 novembre 2009

DEMONI 1 e 2 di Lamberto Bava

Il primo DEMONI di Lamberto Bava mi sverginò alle visioni vietate ai minori. Tra il primo e il secondo mi ero già visto tutto quello che c'era da vedere di Argento, Fulci, Romero, Lenzi, Raimi, Craven, Carpenter, Deodato.
A distanza di anni rimangono, soprattutto il primo, capisaldi del cinema horror/splatter
Il secondo è praticamente identico a REC, diretto da Balaguero & Plaza 24 anni dopo.


venerdì 13 novembre 2009

THE DESCENT PART 2


Inizio alla grande per le recensioni di questo blog dedicato all'horror dalle tinte forti.
THE DESCENT PART 2, non più diretto da Neil Marshal ma dal suo montatore di fiducia John Harris, è un grande film, più violento e spettacolare del primo.
Più creature, più sangue, più angoscia.
Messa in scena a regola d'arte, colonna sonora eccellente. Se non fosse un sequel ( parte esattamente dove finiva il primo) sarebbe un film perfetto. L'unico difetto riscontrabile è infatti un diffuso senso di deja vu.
Meglio comunque di tutti i SAW, HOSTEl, e MARTYRS impalati uno sull'altro.

giovedì 12 novembre 2009

CANNIBAL MADE IN ITALY & SON


E' innegabile: il moderno horror americano è figlio di quello più estremo italiano degli anni 70 e 80.
Eppure, pellicole come SAW e HOSTEL (per nominare soltanto i film più celebri) non scandalizzano più di tanto.
Lo scalpore che generano è spesso strumentale alla pubblicità, e dura giusto l'attimo della propaganda del film in sala.
I film di Deodato e Lenzi, invece, continuano come caterpillar la loro devastante opera distruttiva ai nervi e allo stomaco degli spettatori di tutto il mondo.
Gli effetti casarecci di trent'anni fa, colpiscono e disgustano più di quelli costosissimi dei "maestri" americani.
Le tematiche italiane sono ancora oggi valide, il ritmo, l'interpretazione e la resa scenica anche. Per non parlare della regia! La lezione dovrebbe essere recepita in maniera diversa: non copiateci, fate come facevamo noi, andate oltre!
I giovani registi americani dell'orrore estremo dovrebbero essere meno cinefili.

mercoledì 11 novembre 2009

QUESTO BLOG SANGUINA!

Se ti piacciono 'ste... "cose", non potevi incappare in un BLOG migliore!